Sto leggendo questo libro.
Io , che non ho MAI letto una biografia in vita mia, me lo sono ritrovato tra le mani quasi per caso.
Trovo ridicolo far fare soldi a palate a chi ne ha già moltissimi, soprattutto a chi non è uno scrittore, ma utilizza la brevura di un Ghostwriter per rendere enfatica una vita già sbandierata ai quattro venti dai rotocalchi.
Trovo ridicolo far fare soldi a palate a chi ne ha già moltissimi, soprattutto a chi non è uno scrittore, ma utilizza la brevura di un Ghostwriter per rendere enfatica una vita già sbandierata ai quattro venti dai rotocalchi.
Ma l'altra sera ero nel mio tempio, LA FELTRINELLI, e questo libro era in sconto, proprio all'ingresso. E mi ha chiamata. Il Santuomo me lo ha messo sotto il naso, e cinque minuti dopo era mio. Non so per quale motivo. Mi piaceva il titolo, e lo sguardo di Agassi in copertina. E' tutto studiato, tutto calcolato, mi dicevo. Ma. Lui era il mito mio quando il tennis non era ancora uno spot da Pay Tv, e si vedeva in chiaro su TELEMONTECARLO. Erano gli anni novanta, avevo i suoi poster attaccati all'interno delle ante del mio armadio, vicino a quelli di Bonovox e di Freddie Mercury. Mi piacevano i suoi capelli da Moicano. Mia sorella amava Pete Sampras, ma non gli dispiaceva certamente vedere un altro bel pezzo di ragazzo ogni volta che apriva l'armadio.
Dopo aver fatto i compiti, stavamo per ore in cucina a guardare il torneo di turno, sognando di poter essere un giorno tra il pubblico di Wilbledon o tra quello del Roland Garros .Mia sorella mi spiegava le regole del tennis, che per me erano un caos indecifrabile. E tra un set, un net, un ace e un tie break, rimiravamo i nostri idoli senza mezzi termini. E' piu' bello Agassi, è piu' tozzo, a me piacciono i tozzi tamarri amerricani, facevo io, Ma che dici, ma Dio mio, hai visto il culo e la faccia da bravo ragazzo di Pete, non c'è storia, Agassi con quei capelli non si affronta, anche se devo ammettere che ha degli occhi meravigliosi, ribatteva mia sorella.
Dopo aver fatto i compiti, stavamo per ore in cucina a guardare il torneo di turno, sognando di poter essere un giorno tra il pubblico di Wilbledon o tra quello del Roland Garros .Mia sorella mi spiegava le regole del tennis, che per me erano un caos indecifrabile. E tra un set, un net, un ace e un tie break, rimiravamo i nostri idoli senza mezzi termini. E' piu' bello Agassi, è piu' tozzo, a me piacciono i tozzi tamarri amerricani, facevo io, Ma che dici, ma Dio mio, hai visto il culo e la faccia da bravo ragazzo di Pete, non c'è storia, Agassi con quei capelli non si affronta, anche se devo ammettere che ha degli occhi meravigliosi, ribatteva mia sorella.
Ebbene, quegli occhi mi hanno ricordato una parte della mia adolescenza, così ho deciso di comprarla alla modica cifra di sedici euro.
Mi aspettavo la solita americanata deludente. Invece mi sta piacendo un casino.
Volevo ritrovare una parte della mia adolescenza.
Ci sto trovando tutte le debolezze dell'età adulta.
La parte incoerente di me stessa, che è quella predominante, si sente capita.
Ci sono storie infinitamente piu' belle, piu' eroiche, piu' significative, piu' emozionanti di questa.
Non vedo l'ora di trovarle. O meglio, non vedo l'ora che quelle storie trovino me.
Ma in questa fase della mia vita (vedi post precedente) è questa la storia che ha trovato me.
In questa storia, piu' che di sport si parla di come far pace con la parte di sè che non si riesce a perdonare.
Eccomi, presente, anche io ho quella parte di me in esposizione,
anche io provo quel senso di sconfitta che mi fa compagnia e mi dice buongiorno ogni mattina quando mi guardo allo specchio o salgo sulla bilancia.
Paure che non riesco a sconfiggere, e di cui purtroppo non posso fare a meno.
E' questo il punto. non poterne fare a meno, di tutto questo dolore, di questa delusione, di questo senso di sconfitta.
Come se fossi predestinata. Perchè sono stata educata così.
Ok, dato che non sarò mai pienamente fiduciosa della vita, voglio imparare a gestirlo, questo dolore.
"Ben presto il dolore mi è sembrato meraviglioso, quasi dolce, perchè riconoscevo quel tipo di sofferenza che precede il sollievo. Ma a ben pensare forse, il dolore è sempre così."
Questa biografia potrebbe essere un romanzo inventato di sana pianta.
E se lo prendete per quello che è, beh, devo dire che è uno dei romanzi piu' belli che abbia letto in vita mia.
Nota dell'autrice: qui il link per saperne di piu' sul meraviglioso Ghostwriter che ha scritto così bene questa storia.
Ci sto trovando tutte le debolezze dell'età adulta.
La parte incoerente di me stessa, che è quella predominante, si sente capita.
Ci sono storie infinitamente piu' belle, piu' eroiche, piu' significative, piu' emozionanti di questa.
Non vedo l'ora di trovarle. O meglio, non vedo l'ora che quelle storie trovino me.
Ma in questa fase della mia vita (vedi post precedente) è questa la storia che ha trovato me.
In questa storia, piu' che di sport si parla di come far pace con la parte di sè che non si riesce a perdonare.
Eccomi, presente, anche io ho quella parte di me in esposizione,
anche io provo quel senso di sconfitta che mi fa compagnia e mi dice buongiorno ogni mattina quando mi guardo allo specchio o salgo sulla bilancia.
Paure che non riesco a sconfiggere, e di cui purtroppo non posso fare a meno.
E' questo il punto. non poterne fare a meno, di tutto questo dolore, di questa delusione, di questo senso di sconfitta.
Come se fossi predestinata. Perchè sono stata educata così.
Ok, dato che non sarò mai pienamente fiduciosa della vita, voglio imparare a gestirlo, questo dolore.
"Ben presto il dolore mi è sembrato meraviglioso, quasi dolce, perchè riconoscevo quel tipo di sofferenza che precede il sollievo. Ma a ben pensare forse, il dolore è sempre così."
Questa biografia potrebbe essere un romanzo inventato di sana pianta.
E se lo prendete per quello che è, beh, devo dire che è uno dei romanzi piu' belli che abbia letto in vita mia.
Nota dell'autrice: qui il link per saperne di piu' sul meraviglioso Ghostwriter che ha scritto così bene questa storia.